Terra e obiettivi Onu. L’umanità sull’albero della vita
19/04/2017Solidarietà. I monili prodotti in Cambogia con le mine dei Khmer rossi
20/04/2017Lavoro, sviluppo sostenibile, innovazione, rispetto per Madre Terra. Sono questi alcuni dei punti centrali della 12esima edizione di “4passi”, l’importante fiera nazionale della cooperazione e dell’economia equa e solidale che si tiene a Treviso, Parco Sant’Artemio, il 29 e il 30 aprile e poi l’1, il 6 e il 7 maggio.
Il lavoro è ormai da tanto, troppo tempo uno dei nervi scoperti del tessuto economico e sociale italiano e, dunque, uno dei motivi di maggior sofferenza soprattutto per i giovani, che del nostro Paese rappresentano il “domani”: per questa ragione la Cooperativa trevigiana Pace e Sviluppo onlus, organizzatrice dell’esposizione, ha voluto dedicare buona parte dell’edizione 2017 (compreso un convegno, programmato per sabato 6, dove è atteso il ministro per l’Ambiente, Gianluca Galletti) proprio al lavoro, tingendo il tutto, però, con i colori del futuro.
Per due fine settimana il grande polmone verde oggi sede della Provincia di Treviso (ma Ospedale psichiatrico provinciale fino alla riforma della Legge Basaglia) ospiterà 180 espositori e tante buone idee pensate per un’altra economia: una economia, cioè, immaginata come più etica, più umana, più responsabile e più attenta ai diritti di Madre Terra, capace di sposare efficacemente progresso e civiltà. In questo contesto saranno presentati i casi di alcune imprese attive nell’agricoltura bio, nelle energie pulite, nella sostenibilità ambientale e nell’assistenza, riuscite a creare occupazione sfruttando con saggezza le opportunità offerte loro dai territori, dall’alternanza scuola-lavoro, dalla rete e dall’innovazione.
C’è, per la prima volta in Italia, la raccolta fondi “dal basso” per aiutare ad ospitare alla rassegna quegli espositori che altrimenti non potrebbero essere presenti, come, tra gli altri, i giovani produttori di Lampedusa o gli agricoltori delle zone del centro Italia colpite dal sisma; le cooperative aderenti al progetto “FreedHome”, che portano lavoro nelle carceri italiane e, fuori, portano i loro prodotti di alto artigianato (come i dolci, il caffè, gli abiti e molto altro); il consorzio pugliese che, coltivando terreni confiscati alle organizzazioni mafiose, combatte lo sfruttamento e il caporalato, due vere piaghe del lavoro agricolo. C’è la bella storia dell’orafo vicentino Igino Brian, che dopo aver adottato un bambino cambogiano ha deciso di trasferirsi a Phnom Penh. Lì ha creato una cooperativa, aperto un laboratorio di oreficeria-scuola di formazione e una casa famiglia per i ragazzi di strada: gli stessi che ogni giorno, nel laboratorio-scuola, producono gioielli con gli scarti in ottone delle mine antiuomo, con pallottole e con bombe raccolte da squadre di militari nel nord ovest del Paese.
La presenza delle produttrici di cous cous provenienti dai campi profughi di Gerico racconta invece la realtà dell’ong “Parc”, il Palestinian Agricultural Relief Committee fondato nel 1983 da un gruppo di agronomi per sostenere l’attività agricola nella valle e nella sponda occidentale del Giordano e che oggi promuove e commercializza in tutto il mondo prodotti come olii e paste d’oliva, mandorle, datteri, pomodori, timo, cous cous e molto altro
A rendere ancora più importante la fiera “4passi” è la presenza attiva dei tantissimi volontari: dalla Cooperativa Pace e sviluppo onlus, la prima in Veneto (e la terza in Italia) per attività, fatturato e numero di attivi, alle botteghe di Altromercato fino agli scout.
Monica Zornetta (Avvenire, 20 aprile 2017)