Modello insostenibile: il Nord fra foto e parole
30/11/2019Le derive del lavoro. Quando il valore della persona potenzia l’impresa (e non viceversa)
18/02/2020Provate ad immaginare che cosa può “combinare” l’arte se dovesse uscire dai musei ed entrare nelle imprese. Spogliata dal gravoso peso di teche e piedistalli, potrebbe finalmente muoversi tra la gente e ricominciare a cogliere lo spirito del tempo; saprebbe stimolare l’originalità e la voglia di innovare; riuscirebbe ad aumentare la competitività delle aziende e le aiuterebbe a sviluppare relazioni inedite per dare vita a nuovi cicli virtuosi. E provate ora ad immaginare che cosa potrebbero diventare le imprese se dialogassero quotidianamente con l’arte: la condivisione costante delle informazioni le porterebbe, tra l’altro, ad imparare a pensare “fuori dalla scatola” e a guardare le cose di sempre con occhi diversi. Potrebbe sembrare l’utopia di una Società 5.0, ma, per fortuna, non è così. E’ invece una realtà che ha già cominciato a prendere forma e carattere in Veneto – prima regione in Italia – con sei imprese, sei artisti e su impulso di un progetto innovativo, finanziato dal programma europeo Interreg Mediterrean 2014-2020 che ha, tra i suoi partner, la Regione Veneto e il Dipartimento di Management dell’Università Cà Foscari di Venezia.
“Smath”, questo il suo nome, è partito qualche mese fa con una rosa di circa venti aziende – piccole, medie o multinazionali – e quaranta artisti attivi tra il digitale, il montaggio/collage, la poesia, la fotografia, la musica, la scultura, che si sono confrontati su alcuni temi attraverso l’art thinking, una metodologia ideata e codificata proprio dal Dipartimento di Management. I risultati di quegli incontri sono stati riuniti in quaranta opportunità di collaborazione progettuale divenute tredici dopo una prima selezione – o «distillazione di idee», come le chiama Fabrizio Panozzo, responsabile scientifico e “mente” di “Smath” – e, infine, sei: le stesse, cioè, che da qui ad aprile si concretizzeranno in altrettante residenze artistiche finanziate all’interno degli spazi delle imprese. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, ha spiegato Panozzo, «in cui viene introdotto un modello di progettazione artistica attraverso modalità competitive innovative ed è supportata da un finanziamento pubblico». Ecco, allora, che all’interno della GV3 Venpa Spa di Dolo (Ve), società che noleggia piattaforme aeree e macchine per la movimentazione della terra, il duo Teoria & Preda riflette sui segni (inquinanti) della presenza umana attraverso opere di grafica/poesia tracciate con un inchiostro “speciale” – ricavato dallo smog emesso dai tubi di scappamento dei macchinari aziendali -; o, ancora, alla “Contarina Spa” di Spresiano (Tv), impresa a partecipazione pubblica che si occupa principalmente della gestione dei rifiuti, la visual artist Kensuke Koike accumula scarti (in fase di riciclo) in una montagna che si rigenera continuamene. Gli altri progetti vincitori sono quelli della Electrolux spa e l’arte digitale del D20 Art Lab; della Cooperativa sociale Idea nostra – Pane Quotidiano di Vicenza e le fotografie di Spela Volcic; la F/art metalmeccanica di Preganziol (Treviso) e le installazioni dello Studio Tonnato; la Cooperativa sociale di Villaverla (Vicenza) e la videoarte e soundscape di Alessio Ballerini e Simona Sala.
Monica Zornetta (Avvenire, 15 gennaio 2020)