A Treviso va in scena il giovane (e meraviglioso) Majakovskij di Arlo Bigazzi

“Entanglement”. Intrecci sonori di Alessandro Zannier
07/10/2020
Percorsi/Memoria. C’era un «treno» per la libertà
21/05/2023

Aveva 21 anni, Vladimir Majakovskij, i ricordi della Butyrka che gli incendiavano la pelle, la passione per la parola che cambia il mondo sulla punta delle dita e lo scoppio della prima guerra mondiale che rimbombava nelle orecchie, quando scrisse “Ascoltate! Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?”. Aveva da poco affidato l’anima alla poesia, infondendo in essa la sua miscela di giovanile curiosità, di rabbia, di amore, di angoscia e di spregiudicatezza, per cominciare così, con il linguaggio, quella rivoluzione che qualche anno dopo lo esalterà ma che lo condurrà, una mattina di primavera del 1930, alla tragica resa.

Partendo da alcune poesie scritte prima della rivoluzione d’Ottobre e da brani della sua vita tormentata, il musicista, compositore e produttore fiorentino Arlo Bigazzi ha dato vita, insieme con l’attrice e traduttrice Chiara Cappelli, ad un interessante progetto di musica e teatro intitolato “Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro di un ragazzo” che va in scena in prima assoluta il 16 ottobre alle 20.30 a Treviso nell’ambito del festival letterario Carta Carbone.

Nel medievale palcoscenico della Loggia dei Cavalieri, Bigazzi al basso elettrico, Cappelli alla voce e Lorenzo Boscucci alla parte elettronica narreranno la passione, la grande utopia, le spinte ribelli di un Majakovskij apparentemente meno politico ma più universale di quello passato alla storia, dove tra una “Nuvola in calzoni” e “Una blusa gialla” si alzano, si alternano e si avviluppano ritmi urbani e melodie sintetiche.

Bigazzi è un nome noto nella scena musicale d’avanguardia italiana ed europea: fondatore alla fine degli anni Settanta, con il fratello Giampiero, della label “Materiali Sonori” a San Giovanni Valdarno, ha collaborato, tra gli altri, con artisti del calibro di Brian Eno, David Sylvian, Wim Mertens, Steven Brown e Blaine L. Reininger (ex componenti della cult band di San Francisco, Tuxedomoon), Daniele Sepe. Con Stefano Saletti, tra i massimi esperti di suoni della tradizione mediterranea, ha composto le musiche  per la sacra rappresentazione della Processione di Gesù morto che si è svolta nel marzo 2018 a Terranuova Bracciolini (Ar) e da cui ha tratto il cd “La Passione”.

Il progetto su Majakovskij è nato cinque anni fa grazie all’amore di Chiara per il “poeta di ferro” e per la lingua russa. «Dal principio non ero molto d’accordo nel focalizzarmi su di lui né mi entusiasmava l’ipotesi di farne un disco: mi intrigava di più lavorare su un’idea di reading da portare in piccoli luoghi. A Chiara proposi quindi di limitare la narrazione agli anni precedenti alla rivoluzione e di realizzare, al massimo, un singolo: per fortuna lei accettò il compromesso ed è finita che abbiamo realizzato un doppio cd che vede la partecipazione di ospiti come Reininger, Guido Guglielminetti, bassista e produttore di De Gregori, Mirko Guerrini e Mirio Cosottini, collaboratori di David Riondino e Stefano Bollani. Majakovskij l’ho amato anche io, e molto, quando ero giovane, ma poi l’ho quasi ripudiato perchè mi infastidisce la rappresentazione che ne fanno, quella cioè di un eroe e di un paladino del comunismo», racconta Bigazzi. «Nel progetto sono quindi entrato un po’ alla volta, studiando le poesie che egli scrisse prima di aderire alla rivoluzione e ricercando quei libri che non avevo letto in passato: in questo modo ho potuto approfondire il suo eclettismo, ho imparato a riconoscere la forza che instillava anche alle altre discipline con cui si cimentava (grafica, pittura, cinema, con soggetti e sceneggiature basati su testi di Edmondo De Amicis e Jack London, nda), mi sono nutrito della sua energia, del suo romanticismo e della sua curiosità. Ho conosciuto, insomma, il Majakovskij ragazzo e sono convinto che se fosse stato giovane oggi avrebbe fatto anche lo youtuber”, afferma, divertito. «Abbiamo cominciato a scrivere i testi per lo spettacolo nell’estate 2016 e concluso la produzione del disco nel 2019. Speravamo di farlo uscire il 21 marzo di quest’anno. Ma poi è arrivato il lockdown e anche per noi tutto si è fermato». Non proprio tutto, in verità: il progetto, infatti, si è nel frattempo ampliato coinvolgendo altre persone e altre forme espressive come il fumetto e la fotografia. «Qualchevolta mi viene da pensare che Majakovskij ci guardi e ci guidi», osserva ancora il musicista toscano, «perchè dopo lo spettacolo e il doppio cd, in uscita il 25 ottobre, è nato il libro  “Majakovskij! – Cantata per Vladimir Vladimirovic”, a cui partecipano, tra gli altri, lo scrittore Francesco Forlani, mio fratello Giampiero e i giornalisti Luciano Del Sette e Mirco Salvadori; di due graphic novels (una di Riccardo Cecchetti e l’altra di Monica Zeoli, dove l’artista aretina racconta per disegni il celebre e affollato funerale del poeta, a Mosca). Per i prossimi mesi stiamo progettando per l’etichetta Silentes un libro in cui le fotografie di Lucia Baldini illustrano la poesia “Majakovskij! – L’alfabetiere: Ascoltate!” e un cd in allegato che ho realizzato con l’amico Flavio Ferri dei Delta V. Il Majakovskij, insomma, è diventato un progetto transmediale».

Il festival Carta Carbone si terrà dal 15 al 18 ottobre a Treviso e gli incontri si alterneranno tra i Musei Civici di Santa Caterina e la Loggia dei Cavalieri; arrivato alla settima edizione, il focus di quest’anno è “Amore e Eros”.

Monica Zornetta