Esercitazioni militari nelle terre Mapuche. Sì del Senato argentino all’ingresso delle truppe Usa

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Esiste un proverbio in lingua mapudungun1 per mettere in guardia sulle persone. Dice “D’ngun meu, kimngekei kümé”, che significa, press’a poco, “dalla parola si conosce la brava gente”. E la parola pronunciata pochi giorni fa a gran voce da 46 rappresentanti del Senato argentino, quel sì all’imminente ingresso delle truppe della Marina nordamericana nel territorio nazionale – leggi: in Patagonia – per condurre un’esercitazione combinata con l’Armada, dice tutto.

E’ un sì ad un progetto di legge del ministero della Difesa che arriva in un momento storico e in un luogo ben precisi: a poco più di un mese dalla desapariciòn forzada del giovane artigiano argentino Santiago Maldonado (avvenuta il 1 agosto nel corso di un grande blitz della Gendarmeria sulla Ruta nacional 40), e nel mezzo di una violentissima campagna che il governo nazionale, con il solerte aiuto dei media “amici”, sta portando avanti contro coloro che da migliaia d’anni, da ben prima cioè che esistessero gli Stati, abitano l’immenso territorio a ridosso della Cordigliera: i Mapuche. O, in altri termini, quelli che la propaganda d’odio definisce i nemici pubblici numero uno del Paese.

Solo due senatrici si sono opposte all’approvazione preliminare del progetto di legge per l’Operaciòn Cormoran, presentato alla fine di luglio e atteso ora alla Càmara baja; altri due si sono astenuti. Ventidue erano gli assenti.

Il momento che sta attraversando il Paese non permette di portare avanti una manovra di questo tipo. Dobbiamo difendere la nostra sovranità”, ha spiegato la senatrice rionegrina Magdalena Odarda (Lista civica Ari), che rappresenta il piccolissimo “grupo de oposiciòn al Cormoran” con la chaquena Maria Ines Pilatti Vergara (Frente para la victoria). “Siamo gli unici che da dieci anni denunciamo l’esistenza, in Sierra Grande, di un aeroporto di proprietà di un inglese che non ha radar e che è situato a meno di due ore dalle isole Malvinas […]”, ha ricordato ai 49 colleghi della Càmara alta presenti nel Palacio del Congreso a Buenos Aires.

L’inglese a cui Odarda fa riferimento è il discusso miliardario Joseph “Tìo Joe” Lewis, che da molti anni conduce importanti business in Argentina. Nato a Londra nel 1937, Lewis è tra i principali azionisti della Edenor, la grande impresa che distribuisce e commercializza l’energia elettrica nel Paese latinoamericano, possiede il Tottenham Hotspur Football club e da anni è intimo amico di Mauricio Macri – nonché della madre, Alicia Blanco Villegas -, che ha più volte ospitato nella sua magione circondata da quasi 15 mila ettari di terra (acquistati nel 1996 attraverso la sua Hidden Lake SA) e impreziosita da una delle meraviglie naturali argentine: il lago Escondido. Colui che la rivista Forbes considera tra gli uomini più ricchi del mondo, una volta comprato il lago, un bene pubblico, ne ha interdetto l’accesso alla popolazione, generando un aspro conflitto ancora oggi irrisolto.2

Il Lago Escondido (Ph. Valenroselli/Wikimedia Commons)

“Qualsiasi persona che provi ad avvicinarsi viene bloccata da quelli che conosciamo come i matones de Lewis”, i bulli di Lewis, ci ha raccontato un Mapuche della comunità Lof, “si muovono in quadriciclo, motociclette e camionette 4×4, armati e spesso muniti anche di bastoni e catene. Una persona è stata pure sequestrata da loro”. In tutti gli ingressi al lago ci sono telecamere attive 24 ore su 24 e c’è chi parla anche di membri delle forze di sicurezza nazionale assoldati dal magnate come proprie guardie bianche. Per denunciare i continui abusi dei ricchi stranieri su queste terre la Fipca, la Fundaciòn Interactiva para la Promociòn de la Cultura del Agua, ha promosso per il 23 settembre prossimo una Marcha por la Soberania proprio al lago Escondido.

Ph. www.resumenlatinoamericano.org

Queste forze militari straniere arrivano per proteggere gli interessi di Joe Lewis e dei Benetton”, ha affermato Rodolfo Aguiar, il segretario del sindacato dei lavoratori Ate e della Commissione Centrale di lavoratori argentini autonomi della provincia del Rio Negro, secondo cui “attira l’attenzione il fatto che si voti tale iniziativa” mentre dominano molti “interrogativi e forti sospetti sulle autorità e le forze di sicurezza nazionali”. Temendo che tutto ciò possa intensificare le azioni repressive già in atto nella regione, Aguaia ha fatto sapere che invierà una richiesta a tutti i rappresentanti rionegrini nella Càmara baja affinchè non votino a favore del progetto. Ciò che non va dimenticato, infatti, è che il Chubut, e nello specifico i territori occupati dalle comunità originarie, è presidiato militarmente dallo scorso gennaio e da allora sono aumentate le azioni intimidatorie contro i Mapuche, i lavoratori e i giovani. 

Secondo quanto riportato da Anroca.com, il documento che dà l’ok all’ingresso, già per questo mese, delle truppe Usa in Patagonia, troverebbe la sua origine in una carta inviata a gennaio dall’addetto militare dell’Armata nordamericana al ministero della Difesa argentino nella quale il primo si sarebbe offerto di portare nel Paese sudamericano due Lockheed P-3c Orion – quadrimotori costruiti negli anni Sessanta per localizzare e tracciare sottomarini nemici – in nome di un proficuo “scambio di esperienze”. Le manovre militari argentino/statunitensi si svolgeranno tra settembre e ottobre nelle basi aeronavali “Almirante Zae” di Trelew, nel Chubut, e “Comandante Espora” a Bahia Blanca, nella provincia di Buenos Aires, con i due P-3c Orion, un P-3b Orion e numerosi equipaggi. Il costo stimato dell’operazione è di 90 mila dollari. 

Ph. Radio 3 Cadena Patagonia

Proseguono intanto le ricerche di Santiago Maldonado. Un paio di giorni fa la Policìa Federal si è recata a Puerto Madryn, a 700 chilometri dal luogo dove l’artigiano è stato visto per l’ultima volta, a seguito di una segnalazione circa la presenza di un giovane con le sue caratteristiche fisiche. Una volta arrivata nella città costiera, però, la polizia ha accertato che non si trattava dell’artigiano desaparecido ma di un altro ragazzo.

1 Idioma Mapuche

2 La forte vicinanza di Macri al magnate, definito, da chi lo conosce, “ossessionato dai mass media”, è testimoniata da alcuni fatti riportati dal quotidiano Pagina 12. Per esempio la nomina dell’ex portavoce dell’inglese a capo della Radio Nacional Neuquèn (Lewis è proprietario di 3 stazioni radio in Fm e di un quotidiano, Ruta 40); la recente modifica del decreto 820/16 che stabiliva in 1000 ettari la quantità di terra che può detenere uno straniero; la modifica dell’articolo che proibiva a persone fisiche o giuridiche straniere di superare il trenta per cento della percentuale assegnata; il condono alle imprese di elettricità degli 11 milioni di pesos di debiti che avevano con lo Stato (di questi, 1129 milioni corrispondono a Edenor, controllata da Lewis insieme con l’imprenditore argentino Marcelo Mindlin, soci anche della potente Pampa Energìa SA)