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«Aiutando me stessa ad integrarmi in un nuovo Paese, ho aiutato anche gli altri». Quando, qualche anno fa, l’allora 31enne Handan Akarsu aveva lasciato la sua Ankara per seguire in Italia il marito, Giuseppe Scarabello, uno psicoterapeuta e formatore di Treviso, aveva nelle tasche una laurea in Ingegneria chimica, una in Business management e un master in Salute e sicurezza sul posto di lavoro. Si era lasciata alle spalle un solido lavoro come esperta di formazione al ministero turco del Lavoro e della Sicurezza, non parlava bene la nostra lingua e ciò che vedeva davanti a sé erano solo dubbi, incertezze e porte chiuse

E’ stato grazie ai migranti e ai rifugiati politici, in particolare all’associazione padovana “Popoli Insieme” che dal 1990 si occupa della loro integrazione, se Handan ha potuto cominciare a lavorare per l’innovazione sociale; ha iniziato a scrivere progetti comunitari con l’obiettivo di aiutare queste persone ad inserirsi nel contesto sociale, a fare rete, a produrre essi stessi innovazione contribuendo a costruire un ecosistema più equo e inclusivo.

(Ph. Alfonso Lorenzetto)

Insieme con il marito ha dato inoltre vita, nel 2019, all’associazione di promozione sociale SIDES APS che attualmente conta 11 soci e 19 volontari e ha all’attivo nove importanti progetti internazionali.

Oggi, la trentacinquenne imprenditrice turco-italiana è consulente nell’ambito dei progetti dell’Unione Europea, è business coach ed esperta di sicurezza sul luogo di lavoro; il suo impegno è concentrato sul cambiamento positivo della società e, anche per questa ragione, aspira a lavorare molto di più con i giovani. «Vorrei fornire loro gli strumenti grazie a cui sentirsi cittadini del mondo», spiega.

La strada per raggiungere questi importanti obiettivi non è stata, come detto, molto facile per lei.

«In Turchia avevo una vita attiva, un lavoro che mi entusiasmava ma una volta arrivata in Italia mi sono trovata quasi ad un punto morto, in una condizione in cui non sapevo fare nulla: ho sofferto molto, specialmente nei primi sei mesi. Mi era stato anche suggerito, poiché ero donna e straniera, di cercare lavoro in un’impresa di pulizie, o di provare a fare la badante o, ancora, di seguire dei corsi per visagista: ho sempre avuto un grande rispetto per tutti i lavori ma ero un ingegnere e, prima di provare a fare altro, mi volevo impegnare per costruire qualcosa di più affine ai miei studi e alle mie competenze», ricorda l’imprenditrice sociale.

«Ho frequentato tanti corsi di formazione, ho fatto un’application, invano, per un Phd alla facoltà di Ingegneria industriale a Padova finché un giorno, grazie ad un ex collega di lavoro e ad un progetto dell’Università turca rivolto ai migranti, sono entrata in contatto con l’associazione Popoli Insieme, che ho inserito come partner nel programma e con cui poi ho continuato a collaborare, scrivendo molti altri progetti, facendo formazione e ricerca, creando connessioni».

Un passo alla volta, Handan Akarsu ha riconquistato fiducia e determinazione, diventando, tra l’altro, un apprezzabile punto di riferimento per molti di coloro che vogliono migliorare il mondo con il proprio lavoro. Dal 2019, quando ha costituito l’APS di cui è presidente, ha rafforzato una rete di relazioni tra l’Italia e la Turchia e l’ha poi estesa ad altri Paesi europei, ha intrapreso diverse collaborazioni con istituzioni, Ong, aziende private, università, cooperative sociali e ambientali, associazioni, soprattutto quelle che si occupano di persone in condizioni di difficoltà – oltre ai migranti, i ragazzi che abbandonano la scuola, le persone disabili, chi non ha più un’occupazione – e di promozione di una nuova cultura del lavoro. Inoltre, continuando a studiare, a formarsi e a maturare nuove esperienze, è diventata consulente per progetti europei di sviluppo e cambiamento sociale e labour coach associata alla prestigiosa International Coach Federation; organizza e realizza progetti di formazione per aziende, università e associazioni sui temi del coaching, del project management & developement e della facilitazione di gruppi ed è project manager e ricercatrice/formatrice in molti progetti Erasmus Plus.

«Innovazione sociale significa saper rispondere a nuovi bisogni della comunità attraverso nuove soluzioni, strategie e modelli: è quel cambiamento virtuoso capace anche di creare nuove cooperazioni (tra pubblico, privato e terzo settore). Il mio lavoro ha come fine l’equità sociale, l’inclusione, la creazione di un ambiente più sostenibile per tutti: è una piccola goccia ma so che  ha la forza necessaria per creare un impatto positivo duraturo».

Monica Zornetta (Avvenire, 30 agosto 2022)