Sostenibilità. Il modello veneto di imprese che creano valore condiviso
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Restituire valore e dignità alla persona, aiutandola a superare i momenti più critici della vita grazie al lavoro, e contribuire al rilancio dell’artigianato di qualità e dell’alta manifattura in un territorio in crisi occupazionale. Fin dal 2014 è questa la mission della cooperativa sociale Solidalia di Peraga di Vigonza (Pd), nel “cuore” della calzatura di lusso della Riviera del Brenta: una realtà virtuosa nata grazie al progetto europeo “Nessuno escluso” e all’impegno dell’Acrib, l’Associazione dei calzaturifici della Riviera del Brenta, di Confcooperative Padova e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che offre una nuova opportunità a persone che si trovano in situazioni difficili. C’è chi è rimasto senza lavoro a 55 anni, a un passo dalla pensione, perché l’azienda ha chiuso i battenti; c’è chi possiede abilità differenti; ci sono richiedenti asilo e soggetti con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza; ci sono detenuti (specialmente del carcere Due Palazzi di Padova e di quello femminile della Giudecca, a Venezia) e molti di coloro che, di solito, vengono lasciati ai margini della società. Il lavoro quotidiano di questa cooperativa sociale si concentra nella formazione delle persone, nel potenziamento delle loro qualità e nel loro inserimento (o talvolta reinserimento) nel mondo produttivo, nello sviluppo – quando e se possibile – di nuove attività imprenditorial, nella partecipazione attiva alla tutela dei livelli occupazionali della comunità, e tutto ciò si realizza grazie a una fitta rete di relazioni con altre imprese del territorio. Solidalia contribuisce dunque a produrre ricchezza e a diffondere sostegno e partecipazione in un distretto che, secondo i dati dell’Acrib, nel 2017 ha prodotto più di 20 milioni di scarpe (il 10,7 per cento di quelle realizzate in Italia) e ha registrato un fatturato di oltre 2 miliardi di euro, contribuendo al 20,7% del giro d’affari nazionale della calzatura.

«Siamo nati con il taglio e l’orlatura di tomaie per conto di alcuni calzaturifici, siamo passati alla produzione tout court delle scarpe e poi, grazie all’arrivo di nuove persone, abbiamo abbracciato tutto il manifatturiero, rispondendo così ad una specifica richiesta del territorio”, spiega Paolo Tosato, che di Solidalia è il presidente nonché uno degli ideatori (l’altro è Nunzio Tacchetto, ex sindaco di Vigonza, ndr). «Attualmente collaboriamo con aziende locali, assembliamo e confezioniamo ogni anno migliaia e migliaia di scarpe da donna di alta gamma che poi vendiamo ai nostri clienti in Italia e all’estero, in particolare in Svizzera e Germania; facciamo formazione in cooperazione con il Politecnico Calzaturiero di Vigonza e portiamo avanti alcuni percorsi di inserimento presso altre aziende insieme con il Comune di Vigonza, con la Caritas diocesana di Padova e il suo Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro, con la Fondazione Cariparo e la Regione Veneto. Lavorano con noi una settantina di persone che provengono dalle cosiddette “categorie svantaggiate” e da percorsi di integrazione lavorativa, ma anche una cinquantina di disoccupati, in buona parte over 50”. Da subito Solidalia ha fatto una scelta di impatto sociale positivo: non usa colle nella produzione, sta studiando un progetto di scarpa sostenibile, insegna il valore della raccolta differenziata ai lavoratori immigrati e ha da poco ottenuto la certificazione di Società Benefit dando vita, insieme con altre aziende ad alta responsabilità sociale e con l’appoggio dell’Università Cà Foscari di Venezia, alla prima business community di B Corp e Società Benefit del Veneto.