La coop delle scarpe a misura di esclusi
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07/06/2019Scotti Vegan Shoes è nato per diffondere, anche attraverso il fashion, una cultura rispettosa dell’ecosistema: ogni giorno lavoriamo dunque affinché l’impatto ambientale e sociale delle nostre scarpe sia “meno di zero”», spiega “Chicco” Scotti. E’ stato lui, 43 anni, una laurea in Economia nel cassetto e nessuna voglia di fermarsi davanti alle difficoltà, a voler provare ad aggiungere qualche cosa in più al tradizionale comfort delle scarpe vegan: l’inconfondibile stile italiano, amatissimo in tutto il mondo, fatto di attenzione per i dettagli, di creatività artigianale, di capacità di innovare e, soprattutto, di sprigionare bellezza. «Ciò che vedevo in giro non mi soddisfaceva granché e, così, ho voluto mettermi in gioco: insieme con un team composto da piccoli laboratori artigiani lombardi e toscani (principalmente dai distretti di Pavia, Vigevano, Mantova e Pistoia) ho lavorato per qualche anno sui modelli, cercando ispirazione anche nelle creazioni dei grandi vegan brands internazionali, finché nel 2016, superate un bel po’ di difficoltà burocratiche e organizzative, è nata la prima collezione autunno-inverno con modelli dal design interessante e dai prezzi accessibili. Nella collezione successiva abbiamo introdotto una nuova fodera interna realizzata con un materiale traspirante, antibatterico e privo di emissioni di Co2 derivato dalla lavorazione dei cereali».
Quelle di Scotti Vegan Shoes sono perciò scarpe certificate, rispettose dei protocolli sull’ambiente (Ecolabel Eu e Iso 9001) e approvate da organizzazioni del calibro di Peta e Lav, la quale con il progetto “Animal Free Fashion” gli ha inoltre attribuito il rating etico VVV+, vale a dire il migliore livello di valutazione etico concesso alle aziende di moda che non utilizzano derivati animali – come pellicce, piume, pelle, seta, lana – nelle proprie collezioni.
Scotti guarda ad eventi di risonanza mondiale come la prima edizione della Vegan Fashion week che si aprirà il 1 febbraio a Los Angeles o alla sfilata che la scorsa estate ha riunito a Londra i più interessanti designers di moda cruelty free con una certa ammirazione ma anche con grande umiltà. «Siamo partiti praticamente da zero, come start up, con un investimento di qualche decina di migliaia di euro, e anno dopo anno i volumi di vendita e il fatturato sono cresciuti, in percentuale, a doppia cifra. So bene, tuttavia, che la strada da fare è ancora molta e ho ancora tanto da imparare», chiarisce il fondatore. «Al momento abbiamo un catalogo che non dura una sola stagione ma resiste per qualche tempo; per il 90% vendiamo on line, soprattutto ad un pubblico italiano, e il 10% al dettaglio. Non c’è per ora la possibilità di ragionare seriamente sull’estero – la nostra logistica, per esempio, è tutta da perfezionare – anche se sta aumentando il numero dei nostri clienti negli Stati Uniti, in Cina, in Francia e in Germania».
Anche in Italia la moda eco-sostenibile e cruelty free non è più un’eccezione. Da qualche anno sono infatti sempre più numerosi i brands che hanno scelto di proporre abiti, scarpe e accessori (anche di alta moda) totalmente vegan e green. Uno dei più nuovi è Scotti Vegan Shoes, creato nel 2013 dall’imprenditore piacentino ed esperto di marketing Enrico “Chicco” Scotti – testa e cuore della “Meno di zero”, società che gestisce il marchio – per produrre scarpe da donna e da uomo 100% italiane, realizzate a mano da esperti artigiani con materiali naturali rinnovabili.
Monica Zornetta (Avvenire, 11 aprile 2019)