Le voci degli antenati

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La nostalgia non è “un mal di vivere, una zavorra […], l’effetto indesiderato di un cordone ombelicale mai reciso con il passato, gli antenati, i morti”, come scrive Elisabetta Moro nella recensione del nuovo libro dell’antropologo Vito Teti.
La nostalgia è “la saggezza di guardare indietro […], di rileggere il passato per coniugarlo al futuro, in una società […] che sappia trovare un nuovo senso religioso della natura e della vita”.
Dinnanzi a questo vecchio barn incastonato tra le ampie strade di Camden – la cittadina dell’Ohio dove nel 1876 nacque Sherwood Anderson, immenso autore di “Winesburg, Ohio” – l’anno scorso non sono riuscita a trattenere le lacrime.
Dinnanzi a questo fienile in legno segnato dal tempo la nostalgia mi ha stretta in un abbraccio intenso, mettendomi all’improvviso in connessione profonda con le mie tante vite e con i miei antenati.