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Alberta Vita nel suo studio

Metti una mamma, designer del gioiello contemporaneo, e due figlie: la maggiore, grafica e comunicatrice, la più piccola, jewelry disegner come la madre, ma più pop. Falle lavorare insieme sull’argento purissimo – ricercando, sperimentando, osando – e infine aggiungi un bel po’ di colore. E’ in questo modo che è nato Aname, un nuovo brand di gioielli tutto al femminile che da Padova, sua città natale, è già approdato a New York, suscitando l’interesse delle più attente fashion victims con una collezione di originali anelli alfabetici. La mamma in questione è l’artista marchigiana Alberta Vita, allieva di importanti maestri orafi come Francesco Pavan e Giampaolo Babetto, e a sua volta fondatrice, nel 1994, del marchio AVJ-Alberta Vita Jewels, con cui propone creazioni concettuali, fatte di pietre dure e di forme essenziali, molte volte esposte in gallerie d’arte europee e nordamericane. Le eredi si chiamano Lucia e Chiara Ferraro, hanno 27 e 23 anni e, grazie al padre, americano, anche il doppio passaporto. «Ci siamo avvicinate all’arte del gioiello da bambine», ricorda Lucia, responsabile della comunicazione e del marketing per Aname e per il marchio di Alberta: «Andavamo nella bottega di mamma e ci divertivamo a disegnare le collezioni e ad imparare da lei a lavorare il metallo».

Il brand nasce quasi per caso, grazie a una cliente arrivata un giorno nello studio padovano di Alberta con una richiesta inaspettata: un anello con una iniziale. «Non avevamo mai fatto niente del genere e in un primo

Chris Habana

momento la sua richiesta ci aveva lasciato perplesse: poi, però, ha vinto l’idea di provarci e abbiamo così realizzato a mano la prima lettera. A questa ne sono seguite altre, e dopo quella prima cliente ne sono arrivate di nuove. Alla fine abbiamo creato una collezione con un alfabeto intero, tutto rigorosamente handmade, unisex e taglia unica, che abbiamo voluto chiamare Aname, cioè A-Name, che significa Un nome». La sorella Chiara, trasferitasi a New York per collaborare con Chris Habana (jewelry designer amatissimo da Madonna, Lady Gaga, Rihanna, giusto per fare qualche nome), si porta appresso le creazioni ideate con Lucia e Alberta e le arricchisce e le perfeziona con le influenze che le arrivano dalla city life, dalla moda, dall’arte, dallo street style, conquistando appassionati del bello e celebrities.

Al principio le “gioie” del team rosa Aname non erano, come oggi, in argento 925 – il più puro, il più facile da lavorare e il più sicuro contro il rischio allergie – ma in bronzo, metallo facilmente ossidabile. Inoltre, le si potevano trovare solo nei concept store. «Con il passaggio all’argento siamo arrivati nelle boutique e oggi i nostri gioielli sono accessori di lusso indossati da big come Jovanotti, Gianna Nannini, Levante, Nelly Furtado, Renzo Rosso. Di recente li abbiamo esposti anche a Le Bon Marchè Rive Gauche, uno dei più importanti ed esclusivi grandi magazzini di Parigi». Lo scorso novembre Aname ha presentato la nuova collezione in argento, pietre, resine e altri materiali: al centro, per la prima volta, non ci sono le lettere ma la ricerca della massima pulizia delle forme e la possibilità di personalizzare ogni singolo pezzo.

«Puntiamo ora a inserirci stabilmente nel mercato americano e a conquistare quelli asiatici e nordeuropei, senza però dimenticare la nostra Padova, città che fin da subito ha accolto Aname a braccia aperte», riconosce Lucia Ferraro. «Detto questo, non è sempre facile far capire alle persone l’importanza del made in Italy e delle creazioni originali fatte a mano: spesso si accontentano di acquistare “pseudo-gioielli” dal valore di pochi euro. Ma quando vediamo una ragazzina con un nostro anello al dito e sappiamo che anche la nonna ne possiede uno, la soddisfazione che proviamo non è semplice da descrivere, nemmeno usando il nostro alfabeto».

(Avvenire, 2 gennaio 2018)