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Innovare non significa necessariamente inventare qualche cosa che prima non esisteva ma significa cambiare uno stato di cose esistente attraverso l’introduzione di una novità. E nello spazio quasi zen dell’acceleratore di imprese Infinite Area, inaugurato poco più di un mese fa a Montebelluna, capoluogo del distretto trevigiano dello Sportsystem, l’innovazione passa per il completo rovesciamento di una logica. Quella, cioè, che regola le start up, cosicché il punto di partenza non è più la buona idea in sé, in astratto, ma è la richiesta di crescita e di sviluppo espressa dalle aziende a stimolare la ricerca di soluzioni ad hoc. “Noi avviciniamo i talenti e la ricerca al mercato”, è la sintesi che di Infinite Area fa l’imprenditore informatico Patrizio Bof, 48 anni, suo fondatore e presidente: “Se pensiamo che nel 2014, in Italia, è una nata una start up innovativa ogni 240 new companies, che il reddito operativo netto complessivo prodotto dalle start up registra un segno negativo e che per ogni 1000 euro investiti solo uno è di ritorno, si comprende come il modello di business che noi proponiamo sia davvero innovativo. Qui non si finanziano buone idee che poi non sono in grado di conquistare i clienti ma solo quelle start up che si basano su richieste e finanziamenti certi da parte di committenti precisi”.

Una formula che ha in breve tempo attratto una serie di clienti importanti, primo fra tutti Air Dolomiti, la airline italiana di Lufthansa che insieme con i talenti di Infinite Area sta lavorando ad uno studio sull’evoluzione del comportamento dei passeggeri della compagnia stessa: ciò per migliorare la loro esperienza di viaggio ma anche per perfezionare il business dell’impresa. “Il gruppo di lavoro è composto da quattro giovani che abbiamo selezionato fra centinaia di persone, alcune delle quali segnalate dalle università del nordest, che lavoreranno al progetto per sei mesi”, spiega l’imprenditore montebellunese; “al termine di questo periodo decideremo se il team si trasformerà in una start up o, in caso di risultati eccellenti, se entrerà nell’organico di Air Dolomiti. In tal modo dimostriamo che innovazione non vuol dire solo inventare qualcosa ma è un modo diverso di vedere le cose”.

Il quartier generale di questo generatore di imprese on demand, che è anche un co-working in cui pensare e sviluppare idee e strategie, è uno spazio di 1800 metri quadrati ricavato in un capannone dismesso alle porte della città: reso totalmente autonomo sul piano energetico, copre un’ampia area trasformata in un percorso di piante, acque e pietre. “Il capannone era la sede di una impresa edile fallita per colpa della crisi: noi l’abbiamo ripensato, mettendoci  dentro anche la carlinga di un aereo come simbolo della spinta dell’uomo verso il progresso, e l’abbiamo reso emblema di un Veneto che solo rinnovandosi può tenere il passo con i tempi”.

“Imprenditori, manager, talenti, imprese, istituzioni e idee possono incontrarsi qui e dialogare. Da poco abbiamo inoltre stipulato un accordo di collaborazione della durata di cinque anni con l’Università degli Studi di Udine per sviluppare iniziative legate all’innovazione, allo sviluppo imprenditoriale e al trasferimento tecnologico”. Refrattario alla potenza della finanza (“Non vogliamo ricorrere ad essa poiché è sì un buon acceleratore ma non è un ottimo accompagnatore”) e della politica, Bof ha tuttavia recentemente firmato un accordo con la Bnl, il gruppo finanziario di Bnp Paribas, per farla entrare fisicamente in azienda allo scopo di supportare quelle imprese che vogliono fare innovazione e per estendere il modello “Infinite” anche al resto d’Italia.

Monica Zornetta (Avvenire, 14 gennaio 2016)