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A volte la speranza può nascere dalle cose più impensate: anche da una mina antiuomo. La storia di Igino Brian, un orafo di Vicenza da sempre attivo nel volontariato che un giorno di 23 anni fa è volato in Cambogia con la moglie Lucia per adottare un bambino, e che, qualche anno dopo, si è trasferito a Phnom Penh dove ha aperto un laboratorio orafo-scuola di formazione e una casa famiglia per ragazzi poverissimi, spiega l’ossimoro. Da quell’ “officina”, frequentata dal 2015 da centinaia di giovanissimi di strada (quegli stessi che, per sopravvivere, raccoglievano e rivendevano immondizia) escono oggi gioielli in argento molto particolari che sarà possibile ammirare e acquistare alla fiera equa e solidale “4passi” il 29 e 30 aprile e poi l’1, il 6 e il 7 maggio a Treviso.

Sono monili particolari perché fatti con l’amore e la voglia di riscatto che caratterizza questi ragazzi, ma anche perché sono realizzati con l’ottone proveniente dalle mine antiuomo sepolte dal regime dei Khmer rossi – che dal 1975 al 1979 ha insanguinato il Paese eliminando un quarto della popolazione – , con i bossoli dei proiettili dei fucili e con le bombe risalenti alla guerra del Vietnam, con l’aggiunta a mano di sete, fibre di cocco, legno. In quello Stato martoriato ci sono purtroppo ancora molte mine, spesso di fabbricazione italiana, pronte ad esplodere.

Il senso della scelta compiuta dall’orafo vicentino e dall’associazione fondata con la moglie, “Ida Onlus”, sta proprio qui: nell’aiutare quei ragazzi che altrimenti non avrebbero un’altra chance a imparare un mestiere vero, un mestiere con cui provare a costruire un futuro diverso, autonomo, dignitoso. “Cerco di insegnare loro come si può ripartire facendo anche i conti con il proprio passato, se pur drammatico”, spiega Brian, “servendosene per guardare al futuro e creare qualcosa di bello”. Il lavoro che insegna ai ragazzi parla anche di Italia, del suo stile amato in tutto il mondo: le loro “gioie” in argento e ottone sono molto apprezzate anche in Germania. Nel nostro Paese le vende in esclusiva la Bottega solidale di Claudia Roveda (presente a “4passi” per tutta la durata della fiera), che ha voluto sostenere così il progetto.

I guadagni delle vendite vengono rigorosamente reinvestiti nella scuola di Phnom Penh, la cui gestione è affidata ad un’altra preziosa creatura di Brian: la cooperativa “Education for the future”.

Monica Zornetta (Avvenire, 20 aprile 2017)