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Ph. Epa/Monica M. Davey

Uno smartwatch super performante usato dal team di Luna Rossa; un defibrillatore che si connette a un medico per spiegare passo passo quali manovre fare in caso di emergenza; un sistema wireless per la rilevazione di anomalie nei motori delle navi militari; una tecnologia che consente di monitorare il cuore con l’interfaccia dello smartphone. Sono alcuni dei tesori ingegneristici usciti dai laboratori di un’impresa nata a Padova sei anni fa con il nome Si14 – originata dal venture incubator M31 dell’ex docente universitario Ruggero Frezza – e che molto presto, a seguito della fusione proprio con M31, diventerà M31 Tech.

La società progetta quelli che che vengono definiti sistemi ciberfisici“ (cioè strumenti informatici in grado di interagire in modo continuo con la realtà) per migliorare la vita delle persone. Al principio costituita come start up di engineering con unattività incentrata sulla realizzazione di schede elettroniche, con il tempo e con l’arrivo di giovani ingegneri e designer si è evoluta in una azienda che punta ad offrire ai propri clienti la programmazione ingegneristica più innovativa con una veste adatta alle loro specifiche strategie.

«Le nuove idee, e i nuovi modelli di business, arrivano osservando il mondo», spiega l’ad di Si14-M31 Tech Marino Moro, 45 anni, «confrontandoci con le università, i centri nazionali e internazionali scientifici di ricerca, gli istituti di tecnologia. Sta ai nostri ricercatori-inventori dare forma alle idee e a noi trasferirle nel mercato». 

La lezione è quella di Ruggero Frezza che dal 2006, con M31, dà vita e sostiene economicamente imprese ad altissima tecnologia – le sue partecipate hanno venduto prodotti in 70 Paesi, ha effettuato una ventina di richieste di brevetto internazionale, vaglia centinaia di proposte di investimento ogni anno – partendo, appunto, dalle idee. Chi, nel grande incubatore M31, svolge fattivamente l’attività di scouting, setacciando palmo a palmo le più interessanti aziende o istituzioni mondiali che fanno innovazione e portando poi il tutto all’esterno – al’interno di quel mercato, cioè, che produce soluzioni pratiche -, è il gruppo di lavoro denominato venture development. «La nostra società di ingegneria può produrre qualsiasi cosa», afferma il presidente Frezza: «Da Wearit, l’orologio intelligente con sistema operativo android pensato per gli sportivi, alla gabbietta per gli uccellini che regola la quantità di luce da far filtrare a seconda della razza del volatile, dal macchinario che effettua la copia delle chiavi attraverso un semplice file fino al cassonetto per la raccolta dei rifiuti che funziona con la tessera elettronica o, ancora, al cruscotto auto in pelle che diventa touch. Tutte invenzioni che sono entrate, o stanno entrando, a far parte della vita quotidiana delle persone».

Alla futura M31 Tech non interessa la cosiddetta app economy ma, alla stregua di moderni Archimede di Siracusa, l’invenzione e la costruzione di qualcosa di nuovo da applicare ai problemi pratici. «Attualmente con noi lavorano 27 ingegneri, alcuni dei quali sono gli artefici del primo esperimento di automobile con pilota automatico realizzata in Italia. Qualcun altro è volato nella Silicon Valley portando laggiù il know how appreso qui. Da qualche anno possiamo inoltre contare sul lavoro di un team di ingegneri a Latina, tutti specializzati in telecomunicazioni e con esperienze in colossi come Nokia e Microsoft. Ai settori del biomedicale, della veterinaria, del manifatturiero, su cui abbiamo da tempo polarizzato i nostri sforzi», conclude Moro, «si è da poco aggiunto anche quello della Difesa grazie a una interessante collaborazione – non armi bensì hard disk per elicotteri – con aziende legate al gruppo Finmeccanica e Fincantieri».

Monica Zornetta (Avvenire, 7 novembre 2017)