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Quando si parla di bellezza dei capelli, il pensiero va in genere ad alcuni prodotti e ad alcuni strumenti indispensabili per i parrucchieri, come i pigmenti di colore con cui tingerli, le lacche con cui fissarli, le piastre per lisciarli o, viceversa, il ferro per arricciarli. Prodotti e strumenti che potremmo definire “classici” ma che in alcuni casi rappresentano il top dell’innovazione; vuoi per l’alta qualità delle materie prime selezionate, vuoi per le elevate performance raggiunte o per l’anima green, che consente una notevole riduzione del loro impatto sull’ambiente e sulla salute di chi li utilizza ogni giorno. Ne sa qualcosa la Tocco magico, azienda nata a Roma nel 1938 grazie alla felice intuizione del fondatore Amulio Sarra, allora tra i parrucchieri più in voga nella capitale, e divenuta, invenzione dopo invenzione, la realtà tricologica italiana più conosciuta in Europa e negli Stati Uniti.

(Ph. Larry Ellis/Express/Getty Images)

“Siamo esplosi intorno agli anni Quaranta con due prodotti rivoluzionari: il ferro arricciacapelli e un pennello contenente un colorante in pigmenti che permetteva, con pochi semplici gesti, di coprire i capelli bianchi”, racconta Luca Ciambriello, 42enne Ceo dell’azienda oggi guidata dalla quarta generazione Sarra. “Siamo stati i primi anche a puntare sulla colorazione permanente a base di estratti di erbe tanto da vincere, nel 1972 con un nostro prodotto in crema, il Prix d’Or”.

Risultati importanti ottenuti investendo moltissimo nella ricerca e nello sviluppo di nuove formulazioni, nel controllo della qualità delle materie prime – circa 700, quasi tutte di origine organica, provenienti da una cinquantina di fornitori italiani certificati -, nel rispetto di tutte le normative, comprese quelle per l’ambiente. “Sono tre giovani chimici l’anima del nostro laboratorio: progettano ciò che viene poi testato nella scuola interna all’azienda, la Fms Academy, procedendo successivamente a correggere o a perfezionare le formulazioni”, continua Ciambriello.

“E’ vero che rispettare le norme in ogni processo della produzione e assicurare standard sempre elevati richiede un impegno economico non indifferente da parte nostra, ed è vero che, in tempi di crisi, molte aziende chimiche tagliano proprio questa voce, ma non possiamo fare altrimenti se vogliamo continuare a produrre eccellenze riconosciute a livello internazionale”. E, non ultimo, a far lievitare un fatturato che lo scorso anno si è attestato sui 5 milioni di euro.

“Crediamo nel lavoro di squadra e nel coinvolgimento anche etico di tutti i dipendenti, che nell’azienda madre sono circa ventotto. Ma, poiché vediamo che in Italia è molto difficile vendere il proprio saper fare, abbiamo cominciato a rivolgerci all’estero, raccogliendo quasi subito i primi risultati”. Oggi Tocco magico esporta nei mercati internazionali il 35% della produzione; lavora in tutta Europa, negli Stati Uniti – dove dal 1995 ha un ufficio commerciale che dà lavoro a cinque persone -, da poco anche in Cina. E si sta attrezzando per sbarcare in India e in America Latina.

Di recente ha inoltre lanciato un’innovativa tinta senza ammoniaca e ossidanti, “la cui qualità”, assicura il direttore generale, “non è stata ancora eguagliata dalle case cosmetiche più famose e con un maggiore budget”. Lo scorso settembre l’azienda ha partecipato alla New York Couture Fashion Week, la settimana della moda statunitense, e da anni collabora con stilisti internazionali nell’ideazione di nuove acconciature e colorazioni. “Ma il nostro sogno più grande, ora, è far crescere il settore educational della nostra Academy per formare giovani hair stylists di talento e successo, e aiutare i professionisti a diventare dei veri imprenditori, capaci di rapportarsi con un mondo in continuo mutamento senza perdere però il loro prezioso cuore artigiano”.

Monica Zornetta (Avvenire, 6 novembre 2016)